"Se i giorni della Merla saranno freddi, allora la primavera sarà bella; se sono caldi, la primavera arriverà in ritardo"

Oramai il nuovo anno è iniziato, le attività sono riprese dopo lo stop delle vacanze natalizie, e anche il clima sta iniziando a cambiare. Si comincia già ad avvertire nei bei giorni, quel tepore stando al sole che prelude alla primavera, l’aria comincia a profumarsi di essenze vegetali e gli uccelli cominciano a farsi notare, con qualche cinguettio armonioso.
Salvo cambiamenti meteorologici al momento non previsti, il freddo anche quest’anno sembra passato e le temperature sono più gradevoli. Ma come da calendario, è iniziata la frenesia e l’attesa per il puntuale ritorno dei “Giorni della Merla“, da sempre considerati i più freddi dell’anno. Ma cosa sono?

I cosiddetti “Giorni della Merla” sono gli ultimi tre giorni di gennaio (29, 30 e 31) e secondo la tradizione sarebbero i tre giorni più freddi dell’anno. Le statistiche meteorologiche disponibili in realtà indicano che dopo la prima decade di gennaio si osserva un aumento della temperatura dovuto dal punto di vista astronomico, alla variazione di inclinazione con cui siamo raggiunti dei raggi solari (paradossalmente è in inverno che siamo nel punto più vicino al sole durante l’orbita che la terra compie, mentre in estate siamo più lontani). La leggenda dei tre giorni della merla, anzi le leggende perché sono molte, si perdono nella notte dei tempi e variano da luogo a luogo.
I tre giorni della merla (29 – 30 – 31 Gennaio) sono considerati i giorni più freddi dell’anno. Se sono freddi, la primavera sarà bella, se sono caldi la primavera arriverà tardi. Una cosa però è comune a tutti: la data. I tre ultimi giorni di gennaio sono considerati appunto i più freddi nonché una specie di cartina di tornasole, dato che in base a come si presenta il tempo gli “esperti casalinghi” sanno trarre indicazioni per come sarà il clima dell’anno. Non centra nulla che i meteorologi abbiano dimostrato che non tutti gli anni è così, o che le medie dicano che ci sono giorni ancora più freddi. La tradizione non si è spenta.

La storia

Molte sono le teorie che vanno ad indicare giorni della merla. I due principali che li racchiudono sono:

Leggende greche e romane

Ade invaghito di Persefone, figlia della dea Demetra, la rapì portandola via dalla madre che per la tristezza portava autunno e inverno (e con essi la carestia) agli uomini, mentre al ritorno della figlia dal regno degli inferi, regalava la primavera e l’estate quando rivedeva la figlia. Purtroppo, Ade costrinse Persefone a mangiare dei chicchi di melagrana e, siccome un’eterna legge del destino stabiliva che chi avesse mangiato nella casa del marito alcuni chicchi di questo frutto presto avrebbe fatto ritorno, Persefone era costretta a tornare nel regno di Ade. Poi Zeus stabilì che Persefone avrebbe vissuto mezzo anno con la madre e mezzo anno con il marito (alternanza delle stagioni).

Leggenda contemporanea

Nella storia “recente” il modo di dire deriva dal tramandarsi della storia di una merla con uno splendido e candido piumaggio, la quale aspettava di uscire dal suo nido in cerca di cibo. Il mese di Gennaio però, sembrava prenderla in giro; in quanto freddo e ombroso aveva sempre il terreno gelido. Stanca di questa situazione, quindi, la merla decise di fare provviste sufficienti per un mese e di rinchiudersi al riparo all’interno del suo rifugio per tutti i 28 giorni di Gennaio. L’ultimo giorno del mese, la merla pensando di aver ingannato gennaio ed essere riuscita a scampare all’inverno, uscì dal suo nido ed iniziò a cantare vittoriosa. Gennaio si risentì talmente tanto che chiese in prestito tre giorni al “collega” Febbraio (29, 30 e 31), “i Giorni della Merla” scatenandosi con bufere di neve, vento, gelo e pioggia. La merla, si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando l’ultimo giorno uscì, si accorse che il suo candido piumaggio era diventato nero a causa del fumo. Da quel giorno quindi, la merla dovette fare i conti con le piume nere, e i tre giorni di Gennaio sono sempre stati i più freddi. 

La verità dal punto di vista storico

Come in tutte le leggende c’è sempre un fondo di verità; nel calendario romano il mese di gennaio aveva solo 29 giorni, che probabilmente con il passare degli anni e del tramandarsi oralmente si tramutarono in 31.

La verità dal punto di vista metereologico

Dal punto di vista meteorologico, la leggenda dei giorni della merla non trova nessun riscontro. Infatti è dimostrato con dati alla mano, che sono facilmente consultabili da tutti negli archivi meteorologici sia locali che nazionali (visibili anche in rete), che ogni anno c’è una variazione delle temperature. Parafrasando la leggenda di Persefone, sembra che la stessa giochi ad anticipare sempre di più la sua fuga dall’ade, rendendo contenta la madre, ma andando ad incasinare la vita a noi miseri mortali, perché basse pioggia o assenza delle stesse, associate a nevicate che non fanno mai male nel periodo invernale, stanno creando anno dopo anno sempre maggiormente, situazioni di criticità per il reperimento del bene prezioso che si chiama “acqua”.

Speriamo che la merla questo anno ci grazi e permetta all’acqua ed alla neve, di rimpinguare fortemente le riserve idriche, in attesa di un’estate calda al modo giusto (o così si spera).

Autori:Dott. Diego Tasselli – Halminak S.R.L CEO

Indirizzo

Via Rugantino, 71 – 00169 Roma (RM) – Italia
C.F./Partita IVA: 17847301003 – REA: RM – 1745665