La storia di Apophis è costellata (come quella di tutti gli oggetti NEO), da continui cambi di valore nella scala di pericolosità.
Ecco cosa gli è accaduto: In questi giorni, i media hanno trasmesso la notizia (vedi link al sito del tg5 , che un asteroide di nome Apophis è in rotta di collisione con la Terra e addirittura l’ONU è stato chiamato in campo).
Tranquillizzo subito tutti, al momento non corriamo nessun rischio.
Quanto riferito dalla stampa è nel succo delle cose vero, l’asteroide sopra menzionato è un NEO (Near Earth Objects, cioè un oggetto con orbita passante vicino al nostro pianeta). Bisogna precisare subito che le posizioni nello spazio di questi oggetti, sono sempre in continuo aggiornamento.
Esiste un gruppo di professionisti ed amatori, che si occupa di tenere continuamente monitorati tali oggetti, correggendo di volta in volta le stime sul potenziale impatto o meno. Scoperto il 19 giugno 2004 dal Kitt Peak National Observatory in Arizona da R.A.Tucker, D.J.Tholen, e da F. Bernardi, venne catalogato con la sigla provvisoria 2004MN4. Il 18 Dicembre dello stesso anno fu individuato in Australia da Gordon Garradd, ed ancora da altri osservatori in altre parti della Terra, fino a consentire al Minor Planet Center (il centro mondiale che si occupa della raccolta dei dati sugli oggetti celesti) di confermare che si trattava proprio dello stesso oggetto già scoperto a giugno.

“Il 13 aprile 2029 Apophis intersecherà l’orbita terrestre trovandosi alla massima distanza dal sole in concomitanza con la minima distanza della Terra dalla nostra stella. Da calcoli effettuati con il sistema automatico “SENTRY” per lo studio degli oggetti N.E.O, è stata confermata la possibilità di una collisione con la Terra. L’energia liberata da un simile impatto sarebbe pari a 870 megaton, circa 65000 volte la bomba atomica di Hiroshima.
Fortunatamente però non sarà così, perché da calcoli più recenti, la Terra verrà solamente sfiorata. Apophis passerà infatti ad una distanza di circa 36000 Km (solo un decimo della distanza Terra/Luna) in una zona dove abitualmente orbitano i satelliti geostazionari. Durante questo passaggio la sua orbita verrà perturbata dal campo gravitazionale terrestre e ciò modificherà la sua classificazione da “ATEN” a quella di “APOLLO”, cioè corpi con semiasse maggiore dell’orbita superiore a quella terrestre.
In effetti ciò aumenterà i rischi di un’ulteriore collisione con il nostro pianeta il giorno 13 aprile 2036 (per la cronaca è un venerdì)!
Il rischio d’impatto rimarrà comunque molto basso; nella “Scala Torino” (utilizzata anche dalla NASA) che và da 0 (nessuna probabilità d’impatto) a 10 (impatto certo) il passaggio del 2029 è classificato “ 0 “ , mentre quello del 2036 è classificato “ 1 “.
Per quest’ultimo e per i successivi bisognerà comunque di volta in volta ricalcolare l’orbita in base a diversi parametri (gravitazionali, effetto Yarkovski etc).
L’incontro ravvicinato del 2029 (salvo modifiche dovute ad errori di misurazione) sarà visibile nel cielo notturno come una stella di magnitudine 3. L’asteroide sorgerà verso le 18,00 di tempo universale da sud/est e tramonterà dopo circa 4 ore a nord/ovest. E’ 99.942 Apophis (dal dio egizio della distruzione) il nome definitivo dato a questo N.E.O. che percorre un’orbita ogni 323 giorni e che presenta un diametro stimato di circa 320 metri. Appartiene alla famiglia asteroidale “ATEN”, ovvero corpi con semiasse maggiore dell’orbita inferiore alla distanza media Terra/Sole”.

Per coerenza scientifica e morale al momento della scrittura della presente, il sopra menzionato “asteroide killer”, è stato declassato nella scala di pericolosità per la fatidica data del 13 aprile 2036, su posizione 0. Questo perché come detto prima, i dati sono in continuo aggiornamento.
Chiunque desideri maggiori informazioni o voglia cimentarsi nella misurazione di questi oggetti, può collegarsi al seguente link della NASA 
Nella tabella si possono vedere quanti di questi oggetti siano potenziali pericoli e si può accedere ai dati scientifici su questi oggetti come ad esempio, la data o le date delle possibili collisioni, l’energia sprigionata da questo potenziale evento, la velocità di ingresso in atmosfera di questi oggetti etc.
Speriamo di aver contributo a dissipare qualsiasi dubbio in merito.

Dr.ssa Manuela Stanca, Dr. Antonio Marzo e Phd Tasselli Diego.

Dipartimento di Astronomia e Astrofisica e Dipartimento di Esplorazione Spaziale

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